giovedì 29 agosto 2013

COINVOLGERE I FAMILIARI NELLA PSICOTERAPIA DEL DISTURBO BIPOLARE

Un intervento molto utile nel trattamento di quasi tutti i pazienti con disturbo bipolare è il coinvolgimento dei familiari. Nel contesto dell’IPRST (Psicoterapia Interpersonale e dei Ritmi Sociali ndr), questo coinvolgimento può essere limitato alla semplice educazione del familiare al disturbo bipolare,offrendo un supporto non specifico con la vostra comprensione delle difficoltà e delle sfide che incontra chi si prende cura di una persona in questa condizione. Oppure, il coinvolgimento della famiglia può essere qualcosa di molto più specifico e relativa alla specifica area problematica prescelta per l’intervento interpersonale. Nella nostra esperienza, l’educazione dei familiari che sanno poco del disturbo bipolare quando la persona entra per la prima volta in trattamento,  deve concentrarsi su un certo numero di aree specifiche. In primo luogo, è importante spiegare ai familiari in che cosa consiste una depressione maggiore, un episodio maniacale e come si arriva alla diagnosi del disturbo bipolare. In secondo luogo, è essenziale che i familiari e le altre persone importanti, arrivino a capire che nessuno “sceglie” di essere depresso e che i sintomi depressivi non sono un tentativo di manipolare un familiare, di fuggire o di sottrarsi alle responsabilità. D’altra parte, i pazienti bipolari talvolta “scelgono” di essere ipomaniacali. Questo è facilmente comprensibile se si considera il piacere associato alla stato ipomaniacale, in contrasto con la sofferenza della depressione. È importante, comunque, per i familiari capire che  la compromissione della facoltà di giudizio è una caratteristica essenziale della mania e, in alcuni casi, e dell’ipomania e può impedire ai pazienti che il loro umore o il loro comportamento sono fuori controllo. I familiari a volte possono svolgere un ruolo molto importante nell’aiutare un paziente con una visione limitata a vedere cosa sta succedendo. Naturalmente, gli sforzi dei familiari a intervenire se l’umore del paziente si sta aggravando possono anche causare alcuni dei conflitti più gravi osservati in famiglie di individui con disturbo bipolare di tipo I. Tuttavia, proprio come un parente amorevole avrebbe tentato di aiutare qualcuno che si era rotto una gamba nello svolgere faccende domestiche che richiedono movimento, il parente amorevole ha la stessa responsabilità di tentare di aiutare che è temporaneamente  paralizzato dalla mancanza di discernimento. Il problema, naturalmente, è che il paziente che si è rotto una gamba probabilmente sarà molto grato di questa assistenza, mentre il paziente ipomaniacale non lo è.

Il coinvolgimento può essere anche una parte più diretta degli interventi interpersonali  in cui vi impegnate con il paziente. In particolare è cosi quando è stata scelta l’area problematica del conflitto di ruolo.  In effetti, quando il focus del trattamento è un conflitto interpersonale di ruolo, spesso è estremamente utile coinvolgere l’altra parte in causa in una o più sedute del trattamento. Questo coinvolgimento di familiari , o altre persone significative, può semplicemente svolgersi per cercare di capire il conflitto dal punto di vista dell’altra parte e, quindi, essere solo una raccolta di informazioni cosi come sono. Oppure, questo coinvolgimento può comprendere qualcosa di più, come un breve intervento di terapia di coppia o di famiglia, in cui si tenta di analizzare la comunicazione fra le parti e si suggeriscono strategie per risolvere il conflitto che entrambe le parti in causa potrebbero utilizzare nelle loro interazioni al di fuori della terapia.
Tratto da "Curare il disturbo bipolare" di Ellen Frank - Alpes Editore

mercoledì 21 agosto 2013

IL LUTTO PER LA PERDITA DEL SE' SANO


Molti dei pazienti con disturbo bipolare tendono a dividere la propria vita in due fasi temporali: prima della loro diagnosi e dopo la diagnosi. Inoltre, questa suddivisione comporta che molti di questi pazienti si vedano quasi come due persone diverse: le persone che sono state prima di sviluppare il disturbo bipolare e le persone che sono da quel momento in poi. Possiamo parlare di un dolore per la “perdita del sé sano”, come lo definisce la psichiatra americana Ellen Frank, quasi una forma di lutto e di perdita definitiva comune fra gli individui con disturbo bipolare. Infatti “diventare ed essere bipolare” rimanda ad una situazione definitiva che è più simile a una morte che alla perdita di un lavoro o al divorzio.
Risulta quindi utile intervenire psicoterapeuticamente per elaborare e superare questo lutto. 

Come afferma la Psichiatra Ellen Frank “Molti individui con malattia maniaco-depressiva hanno grande difficoltà ad affrontare la loro malattia a causa della sua instabilità, della sua bipolarità, delle ramificazioni che la malattia stessa può avere sulla loro vita e sulla vita della loro famiglia. Questi pazienti sono spesso particolarmente frustrati dalle limitazioni che la malattia pone (o sembra porre) loro. Molte volte, gli individui con disturbo bipolare subiscono nel corso del tempo un deterioramento reale, o apparente, nelle abilità sociali. I rapporti con familiari, coniugi, amici e colleghi di lavoro spesso sono tesi, il comportamento maniacale può portare a rottura con i vecchi amici e anche con la famiglia. Come terapeuta IPSRT, il vostro compito diventa allora quello di aiutare il paziente a piangere per la perdita del sé sano: quel sé che avrebbe un migliore controllo dei suoi stati d’animo, che avrebbe fatto quella carriera che era stata progettata entrando all’università e che avrebbe relazioni più stabili con le altre persone importanti e con i familiari.
I pazienti con disturbo pilare spesso hanno bisogno di scendere a compromessi rispetto ai loro ideali per assicurarsi che i propri bisogni, come determinata dalla loro malattia, vengano soddisfatti. Per esempio, la donna con disturbo bipolare che stia per diventare madre può non essere in grado di fare tutto quello che sarebbe in grado di fare il suo ideale di madre, eppure riesce a prendersi cura di se stessa. Un cambiamento di vita come diventare genitori spesso influisce fortemente sul desiderio di negazione della malattia, anche in quei pazienti che hanno lavorato duramente in una precedente terapia su vari aspetti della gestione dei sintomi. Nel caso della nuova madre, il sé sano perduto sarebbe quello di una donna in grado di svegliarsi tre o quattro volte a notte per allattare il neonato senza che ciò metta a repentaglio la propria salute. Quando la paziente si rende conto che questo comporterebbe il rischio di un nuovo esordio della malattia, il vostro compito è quello di aiutarla a vedere che i concetti di “sana” e “ideale” possono essere ridefiniti in base al buon senso di prendersi cura di se stessa in modo che lei, a sua volta, sarà in grado di prendersi cura del neonato.”

Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

giovedì 15 agosto 2013

LA FINE DELLE RELAZIONI DI UN BIPOLARE


Nella psicoterapia con pazienti bipolari è importante indagare le relazioni importanti della loro vita che sono terminate o che loro hanno interrotto di colpo. Infatti nelle fasi di irritabilità, di mania o di depressione di questa patologia il paziente può bruscamente interrompere una relazione importante senza nessun valido motivo oggettivo. Allo stesso tempo anche il partner del bipolare può porre fine alla relazione perchè spaventato e/o logoro dei comportamenti e sintomi del bipolare. 
Una psicoterapia dovrebbe essere orientata a comprendere le effettive cause della fine della relazione e ad un suo eventuale recupero se utile per il paziente. 

Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

SINTOMI IN COMUNE FRA DISTURBO BIPOLARE E DISTURBO BORDELINE DI PERSONALITA'


  • Umore depresso
  • Umore irritabile
  • Un periodo distinto di umore persistentemente ed esageratamente elevato o espansivo
  • Scarsa stima di sé
  • Insonnia
  • Eccessivo coinvolgimento in attività piacevoli che hanno un alto potenziale per conseguenze dolorose (es; shopping incontrollato, indiscrezioni sessuali, o investimenti economici stolti)
  • Impulsività in almeno due aree potenzialmente dannose per sé stesso (es; spendere, sesso, abuso di sostanze, guida pericolosa, abbuffate di cibo)
  • Agitazione psicomotoria (osservabile da altri, non solamente sensazione soggettiva di irrequietezza)
  • Intensa rabbia inappropriata
  • Difficoltà nel controllo della rabbia (es; frequenti dimostrazioni di nervosismo, rabbia costante, scontri fisici ricorrenti)
  • Astenia
  • Mancanza di energia
  • Ideazione paranoica transitoria e collegata allo stress
  • Sentimenti di essere inutile
  • Sentimenti di perdita della speranza
  • Diminuita capacità di pensare o concentrarsi
  • Indecisione
  • Un ripetersi di relazioni interpersonali instabili e intense caratterizzate dall’alternanza tra estremi di idealizzazione e denigrazione
  • Ideazione suicida ricorrenti senza un piano specifico
  • Piano specifico per compiere il suicidio
  • Tentativo di suicidio

Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

SINTOMI DEL DISTURBO BORDELINE DI PERSONALITA'


  • Umore depresso
  • Umore irritabile
  • Un periodo distinto di umore persistentemente ed esageratamente elevato o espansivo
  • Instabilità Affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore (es; intensa disforia episodica, irritabilità, o ansia solitamente della durata di poche ore e solo raramente di più di qualche giorno)
  • Scarsa stima di sé
  • Disturbi dell’identità: immagine o senso di sé marcatamente e persistentemente instabile
  • Cronica sensazione di vuoto
  • Insonnia
  • Eccessivo coinvolgimento in attività piacevoli che hanno un alto potenziale per conseguenze dolorose (es; shopping incontrollato, indiscrezioni sessuali, o investimenti economici stolti)
  • Impulsività in almeno due aree potenzialmente dannose per sé stesso (es; spendere, sesso, abuso di sostanze, guida pericolosa, abbuffate di cibo)
  • Agitazione psicomotoria (osservabile da altri, non solamente sensazione soggettiva di irrequietezza)
  • Intensa rabbia inappropriata
  • Difficoltà nel controllo della rabbia (es; frequenti dimostrazioni di nervosismo, rabbia costante, scontri fisici ricorrenti)
  • Astenia
  • Mancanza di energia
  • Ideazione paranoica transitoria e collegata allo stress
  • Sintomi dissociativi gravi
  • Sentimenti di essere inutile
  • Sentimenti di perdita della speranza
  • Sforzi eccessivi per evitare l’abbandono reale o immaginario
  • Diminuita capacità di pensare o concentrarsi
  • Indecisione
  • Un ripetersi di relazioni interpersonali instabili e intense caratterizzate dall’alternanza tra estremi di idealizzazione e denigrazione
  • Ideazione suicida ricorrenti senza un piano specifico
  • Piano specifico per compiere il suicidio
  • Tentativo di suicidio
  • Minacce, gesti, o comportamenti suicidi ricorrenti
  • Comportamenti autolesionisti

Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

sabato 10 agosto 2013

IL MONDO SALVATO DAI "BIPOLARI"

Fa uno strano effetto pensare che, negli anni bui dell' ultimo conflitto mondiale, «l' intera umanità fosse affidata alle mani di cinque capi di Stato più o meno bipolari» ovvero più o meno affetti da una delle tante «variazioni sul tema» della sindrome maniaco-depressiva: Churchill, Mussolini, Hitler, Stalin e Franklin Delano Roosevelt («grande ipertimico, come suo zio Theodore»). E che fossero maniaco-depressivi (oltre all' imperatore Adriano, Napoleone e Robespierre) poeti come Byron, Shelley e Whitman; scrittori come Balzac, Hemingway e Gogol; musicisti come Rossini, Mahler e Ciaikovskij; pittori come Michelangelo, Caravaggio e Van Gogh. D' altra parte, come non parlare quantomeno di melanconia davanti all' Urlo di Munch, alle Tre sonate per oboe e pianoforte di Schumann, al Grido di Ingmar Bergman e persino di fronte a certi personaggi dei Frustrati di Claire Bretécher? Nella sua postfazione al nuovo romanzo di Alessandra Arachi (Lunatica) lo psichiatra Athanasios Koukopoulos si serve però di queste celebrities per dimostrare quanto sia «comune» il disturbo bipolare (magari nascosto dietro pseudonimi più o meno poetici, da «male di vivere» allo spleen alla tristeza di Vinicius de Moraes): almeno il 20 per cento della popolazione - spiega Koukopoulos - ha sofferto una volta nella vita di depressione, le persone affette da gravi manie sono stimate intorno all' 1,5 per cento, il 35 per cento delle persone in carcere sono bipolari. «La realtà è che l' uomo e la natura stessa sono bipolari, il giorno e la notte, l' estate e l' inverno, l' infanzia e la vecchiaia - scrive - trascorrono fra infinite variazioni dell' umore, fra grandi gioie ed esaltazioni, grandi dolori e abbattimenti. Ma solo alcune persone predisposte soffrono di depressione e di mania». Quella raccontata dalla Arachi (giornalista del Corriere già autrice di un bestseller, Briciole, in cui aveva narrato la propria esperienza di malata di anoressia) è ancora una volta una storia molto quotidiana, potremmo dire quasi normale, che solo per caso sembra non concludersi con il suicidio («la grande tragedia del disturbo bipolare»). Visto che, per buona parte del racconto, la protagonista non fa che cercare la via migliore per morire (corda, veleno per topi, monossido di carbonio). E visto che, in una «mente bipolare», «la sofferenza del vivere e la perdita di ogni speranza rendono l' idea della morte una prospettiva di liberazione». Praticamente, l' unica. Lunatica (un titolo che è un dovuto omaggio al satellite che per secoli è stato considerato causa scatenante delle crisi di follia nonché di epilessia e licantropia) non è la storia di una vita soltanto, ma di cento, mille vite costantemente in bilico tra euforia e apatia, tra gioia e disperazione. Vite che cominciano a materializzarsi quando il cervello «fa clic» (all' apparenza senza nemmeno un motivo apparente) e «all' improvviso il tuo vicino di casa si trasforma in una spia del Kgb soltanto perché ha preso in casa una domestica ucraina». Mentre tu diventi capace di bere soltanto succhi di frutta per sette mesi, di viaggiare in auto per dodicimila chilometri in un mese (il diametro della Terra all' Equatore), di entrare in un negozio per comprare un nastro per i capelli e di uscirne avendo speso «un milione di lire in cose indispensabili», di riempire block-notes e interi quaderni con le tue follie e i tuoi deliri. Qualche tempo fa un' incredibile mostra al Grand Palais aveva celebrato gli infiniti modi con cui è stata rappresentata questa malattia misteriosa: da Dürer a La Tour, da Goya a De Chirico, da Picasso a Ron Mueck. Una «malattia sacra» di cui Emil Kraepelin, nel 1899, aveva per primo evidenziato la doppiezza, inglobando nell' unica definizione di «sindrome maniaco-depressiva» quella «mania» e quella «melancholia» che per secoli erano state considerate espressioni di due patologie differenti. Ma al di la di tutte le definizioni scientifiche possibili, quello che colpisce nella storia raccontata da Alessandra Arachi è che in fondo basti un «clic» per sprofondare verso il nulla e che basti un altro «clic» perché tutto torni a funzionare o quantomeno a «girare»: una pasticca bianca, il sorriso di una bambina, uno strano incontro su una terrazza affacciata sui Fori imperiali, una delle tante canzoni che costellano il racconto (a cominciare da Sally di Vasco Rossi). La morale? Forse non tanto farci sapere quanto possa essere «terapeutico» il litio, quanto (piuttosto) aiutarci a fare in modo che «nessuno debba mai più provare neanche un briciolo di vergogna perché il suo cervello un giorno si è messo a correre all' impazzata». D' altra parte chi avrebbe mai avuto il coraggio di rimproverare a Lincoln, a Rossini o a Hölderlin di essere «menti bipolari»? Il libro: Alessandra Arachi, «Lunatica. Storia di una mente bipolare», postfazione di Athanasios Koukopoulos, Rizzoli, pagine 140, 15, in libreria da mercoledì prossimo


SINTOMI DEL DISTURBO BIPOLARE E/O DELLO SPETTRO DEL DISTURBO BIPOLARE

  • Umore depresso
  • Umore irritabile
  • Un periodo distinto di umore persistentemente ed esageratamente elevato o espansivo
  • Diminuzione marcata dell’interesse o piacere in tutte, o quasi tutte, le attività
  • Aumentata stima di sé
  • Scarsa stima di sé
  • Perdita di peso significativa non durante una dieta (es; un cambiamento maggiore del 5% del peso corporeo in un mese)
  • Aumento di peso significativo (es; un cambiamento maggiore del 5% del peso corporeo in un mese)
  • Diminuzione dell’appetito
  • Aumento dell’appetito
  • Grandiosità
  • Insonnia
  • Ipersonnia
  • Diminuzione del bisogno di sonno (es; sentirsi riposati dopo sole 3 ore di sonno)
  • Eccessivo coinvolgimento in attività piacevoli che hanno un alto potenziale per conseguenze dolorose (es; shopping incontrollato, indiscrezioni sessuali, o investimenti economici stolti)
  • Impulsività in almeno due aree potenzialmente dannose per sé stesso (es; spendere, sesso, abuso di sostanze, guida pericolosa, abbuffate di cibo)
  • Agitazione psicomotoria (osservabile da altri, non solamente sensazione soggettiva di irrequietezza)
  • Rallentamento psicomotoria (osservabile da altri, non solamente sensazione soggettiva  di essere rallentati)
  • Parlare più del solito
  • Sensazione di dover continuare a parlare
  • Intensa rabbia inappropriata
  • Difficoltà nel controllo della rabbia (es; frequenti dimostrazioni di nervosismo, rabbia costante, scontri fisici ricorrenti)
  • Astenia
  • Mancanza di energia
  • Fuga delle idee
  • Sensazione soggettiva che i pensieri siano troppo veloci
  • Ideazione paranoica transitoria e collegata allo stress
  • Sentimenti di essere inutile
  • Senso di colpa eccessivo o inappropriato (che può essere delirante e che non è un semplice critica di sé stessi o senso di colpa per l’essere malati)
  • Sentimenti di perdita della speranza
  • Distraibilità (es; l’attenzione è attratta troppo facilmente da stimoli esterni non importanti o irrilevanti)
  • Diminuita capacità di pensare o concentrarsi
  • Indecisione
  • Aumento delle attività finalizzate (socialmente, a lavoro, a scuola o sessualmente)
  • Un ripetersi di relazioni interpersonali instabili e intense caratterizzate dall’alternanza tra estremi di idealizzazione e denigrazione
  • Pensieri di morte ricorrenti (non solo paura di morire)
  • Ideazione suicida ricorrenti senza un piano specifico
  • Piano specifico per compiere il suicidio
  • Tentativo di suicidio
Roberto Cavaliere



venerdì 9 agosto 2013

GLI ANTIDEPRESSIVI NATURALI

Gli antidepressivi naturali usati in fitoterapia per il trattamento della depressione  sono piante che aiutano a combattere la tristezza, a regolare l’umore e stabilizzare lo stato d’animo. I flavonoidi dell'iperico, esercitano un'azione antidepressiva e sedativa, ottenuto solo dall’estratto secco o dalla tintura madre. L'ipericina, in particolare, inibisce due enzimi responsabili della disattivazione di vari mediatori del sistema nervoso centrale (serotonina, dopamina, noradrenalina) e aumenta la secrezione notturna di melatonina, aiutando contro l’insonnia. È, inoltre, in grado di accrescere i livelli serici di serotonina, similmente a certi farmaci antidepressivi. Diversi studi hanno dimostrato che l´estratto di iperico, limita il riassorbimento di altri due neurorecettori denominati noradrenalina e dopamina che svolgono un ruolo importante nella depressione, negli sbalzi di umore durante il periodo menopausa, nella depressione stagionale e nei periodi di esaurimento nervoso.

La rhodiola produce un aumento della concentrazione plasmatica di beta-endorfine, in grado di prevenire le variazioni ormonali indicative dello stress. Mentre i semi della griffonia contengono 5-idrossi-triptofano (5-HTP), un precursore della serotonina, che nel nostro organismo è coinvolto in varie funzioni fisiologiche. Innalzando i livelli di serotonina, la griffonia è in grado di migliorare il tono dell'umore, la sessualità, la qualità del sonno; favorisce il controllo della soglia del dolore; e aiuta a regolarizzare il ciclo sonno-veglia, la termoregolazione corporea, l'appetito, eliminando così ansia e depressione.


Anche attraverso la dieta, possiamo integrare alimenti e sostanze, che contengono sali minerali e vitamine ad azione antidepressiva. La spirulina, la maca o il polline infatti, oltre la futta e verdura di stagione, sono ricchissime fonti di vitamine del gruppo B e di magnesio, nutrienti fondamentali nella produzione di serotonina, e per il corretto funzionamento del del sistema nervoso.

Roberto Cavaliere

GLI STABILIZZATORI DELL'UMORE NEL DISTURBO BIPOLARE

Quest'articolo tecnico sugli stabilizzatori dell'umore è da intendersi in senso psicoeducativo all'interno di una psicoterapia sul disturbo bipolare. Conoscere i farmaci significa anche iniziare ad accettarli, comprenderne la funzione e gli effetti collaterali.

STABILIZZATORI DELL’UMORE

FARMACI ATTUALMENTE IN PRONTUARIO
Carbolithium (Litio)…………………………………… c 300 mg
Acido valproico (Depakin)………….. c 500mg CR; 300mg CR; 500 mg c e 200 mgc
Carbamazepina (Tegretol)………….. c 200 mg e 400 mg
Lamotrigina (Lamictal)……………. c 25 mg; 75 mg; 100 mg
Gabapentina (Neurontin)…………c 100, 300, 400 mg

Considerazioni generali
Si tratta di una categoria di farmaci impiegati nel trattamento a lungo termine di pazienti affetti da disturbi ricorrenti dell’umore, in particolare nel disturbo bipolare. Il carbolithium (litio), il valproato (VPA) e la carbamazepina vengono definiti, per convenzione, stabilizzatori dell’umore di prima generazione. A partire dalla metà degli anni ’90, altre tre molecole anticonvulsivanti (lamotrigina, gabapentina e topiramato) sono state utilizzate per il trattamento delle fasi depressive e maniacali del disturbo bipolare; questi composti costituiscono gli stabilizzatori dell’umore di seconda generazione. Anche l’oxcarbazepina, il cui impiego come stabilizzatore , in modo estensivo, è avvenuto negli ultimi anni, viene inclusa in questo gruppo.
In misura crescente tra la prima e seconda generazione di farmaci stabilizzatori appare meno documentata l’azione profilattica sulla ciclicità e la ricorrenza dei disturbi dell’umore, o anche soltanto una definita efficacia su entrambe le polarità dell’umore. Parziale eccezione fa la lamotrigina, il cui uso trova impiego soprattutto per il trattamento della fase depressiva del disturbo bipolare. La lamotrigina trova indicazione anche in associazione con il carbolithium o con gli altri stabilizzatori.
.
Gli stabilizzatori dell’umore trovano ulteriore impiego nelle forme schizoaffettive, il che è molto importante da ricordare in quanto tali quadri clinici si distinguono per la presenza sia di sintomi psicotici veri e propri (intesi come sintomi tipici dei quadri schizofrenici) che di alterazioni del tono dell’umore, in senso depressivo o maniacale.
Nella pratica clinica tali farmaci vengono utilizzati anche per la loro efficacia sul discontrollo degli impulsi che caratterizza sia il Disturbo Borderline di Personalità che i quadri di astinenza da alcool o benzodiazepine. Spesso dunque è indicato il loro uso “off label” (Stoffers et 2al, 2010).
Alcune linee guida internazionali, tra cui il NICE, raccomandano l’utilizzo di uno stabilizzatore :
1)Dopo un singolo episodio maniacale
2) in caso di Disturbo Bipolare I con due o più episodi acuti o
3) in caso di Disturbo Bipolare II con cattivo funzionamento, episodi frequenti o rischio suicidario significativo

LITIO
E' efficace nel trattamento della mania, agendo sui sintomi espansivi senza provocare sedazione. E’utilizzato anche nel trattamento della fase depressiva del disturbo bipolare.
Tuttavia la latenza di risposta antidepressiva (fino a 8 settimane) determina nei casi gravi la necessità di associare farmaci antidepressivi, che dovrebbero in questo caso essere utilizzati con cautela (non ai dosaggi massimi e per non più di sei mesi), per il rischio di indurre viraggi maniacali o un’evoluzione verso la rapida ciclicità. L'attività terapeutica più importante e meglio documentata del litio è la profilassi delle recidive nei pazienti bipolari (Goodwin, Jamison, 1990). Contrariamente agli altri stabilizzatori il litio non ha mai mostrato efficacia al di fuori dei disturbi dell'umore, bensì esistono vari studi che evidenziano la sua efficacia nella prevenzione del suicidio.
MODALITA' DI TRATTAMENTO
Prima di iniziare il trattamento con il litio è necessario effettuare alcuni esami (ECG, valutazione funzionalità tiroidea (fT3, fT4, TSH), valutazione funzionalità renale ossia creatininemia e , azotemia, dosaggio elettroliti.
Durante il trattamento di mantenimento è necessario un controllo bimestrale della litiemia, semestrale degli altri parametri ematochimici e annuale dell'ECG.
La litiemia va effettuata non prima di sette giorni dall'inizio della terapia o dalla modifica della posologia.
L'intervallo terapeutico ottimale della litiemia è leggermente più basso in eutimia (0,6 – 0,8 mEq/L) rispetto alla condizione maniacale (0,8 – 1,2 nEq/L).

EFFETTI COLLATERALI
Come fronteggiare gli effetti collaterali persistenti del litio? Sebbene la maggior parte degli effetti collaterali del litio diminuisca o scompaia nelle prime settimane di terapia, alcuni possono persistere. Imparare a convivere più agevolmente con effetti collaterali fastidiosi ma non pericolosi consentirà ai pazienti di continuare a ricevere i benefici terapeutici del litio.

  • Aumento della sete e della minzione: è importante abituarsi a bere parecchi bicchieri in più del solito di acqua al giorno ed evitare l’assunzione di bevande gassate zuccherate, perché inducono un incremento calorico eccessivo e quindi aumento di peso. Se necessario, può essere indicato avvisare il datore di lavoro che la terapia può indurre frequenti uscite per andare in bagno, ma che non interferirà con la capacità lavorativa. E’ opportuno avvisare il proprio medico se la sete o il bisogno di urinare sono eccessivi poiché può essere necessario un aggiustamento del dosaggio o l’aggiunta di nuovi farmaci al trattamento.

  • Persistente tremore alle mani: prendere il litio ai pasti o in dosi più piccole e più frequenti può aiutare. La caffeina può aggravare il tremore così può essere indicato evitare medicinali o bevande che la contengono. Se il tremore continua ad essere un problema, il dosaggio del litio può essere rivisto o può essere indicato aggiungere farmaci specifici per il trattamento di questo effetto collaterale (beta bloccanti).

  • Eccessivo aumento di peso: il controllo del peso durante la terapia con litio rimane un bilancio tra calorie introdotte e consumate. Una dieta equilibrata e un esercizio fisico regolare sono la chiave per il controllo del peso. Se da un lato il litio può “rendere più facile” l’aumento di peso, non bisogna tuttavia lasciare che il litio diventi un alibi per mangiare di più o fare meno esercizio. E’ bene evitare diete drastiche o restrizioni di liquidi, poiché queste possono incrementare il rischio di tossicità del litio. E’ assolutamente sconsigliata l’assunzione di farmaci anoressizzanti che possono indurre veri e propri episodi maniacali. E’ importante non assumere bevande ad alto contenuto di zucchero per tamponare l’aumento della sete dovuto al litio in quanto fanno aumentare di peso senza dare nutrimento. Programmi di rieducazione alimentare per la riduzione del peso possono essere indicati.

  • Nausea persistente: per ridurre questo effetto collaterale può essere utile assumere il litio ai pasti o in dosi più piccole e frequenti.


INTERAZIONI FARMACOLOGICHE : Le interazioni farmacologiche del litio sono molteplici ma non gravi. Contrariamente a quanto ritenuto, l’associazione del litio con antipsicotici tipici e atipici è generalmente sicura.

CARBAMAZEPINA
E’ stata utilizzata negli ultimi decenni nel trattamento del disturbo bipolare, sia in fase maniacale che nella profilassi. In considerazione della sua dimostrata efficacia antimaniacale è indicata come l'alternativa nei pazienti che non rispondono al litio; il principale impiego clinico della CBZ è in associazione soprattutto con il litio, nella profilassi del disturbo bipolare.
La CBZ in monoterapia è anche utilizzata nel trattamento del comportamento impulsivo – aggressivo; in associazione agli antidepressivi nel disturbo post – traumatico da stress (soprattutto se il quadro clinico è caratterizzato da discontrollo, impulsività ed instabilità dell’umore) e nell’astinenza da alcol e BDZ.

MODALITA’ DI TRATTAMENTO : Valutazione basale: esame obiettivo, ECG, emocromo con formula, un profilo di funzionalità epatica e renale, dosaggio degli elettroliti serici.
La dose iniziale (200 -600mg/ die suddivisi in tre o quattro somministrazioni) viene aumentata in base alla risposta e agli effetti collaterali.

EFFETTI COLLATERALI

  • Astenia, sedazione, cefalea, diplopia - Riduzione della dose, attesa ella tolleranza

  • Nausea, vomito, diarrea - Dose-dipendenti

  • Aumento delle transaminasi e della fosfatasi alcalina -  Generalmente asintomatico, più frequente all’inizio della terapia. Richiede monitoraggio, istruire il paziente per riconoscere sintomi e segni di quadri epatotossici

  • Leucopenia Più frequenti all’inizio della terapia. Richiede monitoraggio

  • Rash cutaneo Se lieve tende alla regressione spontanea. Può richiedere interruzione del trattamento. Istruire il paziente per riconoscere segni e sintomi di reazione di ipersensibilità generalizzata.

  • Iponatriemia Più frequente in pazienti anziani


Gli effetti collaterali sopraelencati sono dose-dipendenti, nonché di solito transitori e reversibili.
Essi possono comparire all’inizio del trattamento ed essere contrastati semplicemente riducendo la posologia del farmaco, rallentando l’incremento del dosaggio, frazionando le somministrazioni o avvalendosi di formulazioni del farmaco a rilascio controllato.
Da 2 a 5 mesi dall’inizio del trattamento può verificarsi la comparsa (fino al 12% dei soggetti) di una reazione cutanea morbilliforme (macchie rossastre sulla pelle) con prurito che tende a regredire spontaneamente anche con il proseguimento della terapia.
Nel caso in cui alla reazione cutanea sopradescritta si associno improvvisamente febbre alta, stanchezza estrema e manifestazioni emorragiche delle mucose della bocca e delle congiuntive è necessario sospendere immediatamente il farmaco e contattare subito il medico, poiché può trattarsi di una reazione grave di ipersensibilità al farmaco.

INTERAZIONI
Una riduzione che può essere significativa sul piano clinico riguarda i livelli degli antipsicotici con perdita di efficacia antipsicotica.

VALPROATO
Alcuni studi controllati hanno sostenuto l’efficacia del VPA nel trattamento della mania: il miglioramento dei sintomi maniacali è risultato più rapido rispetto al litio. Alcuni studi indicano una maggior efficacia rispetto al litio soprattutto nella mania disforica o mista.
Le evidenze sull’efficacia del valproato nel trattamento dell’episodio depressivo sono più limitate.
L’efficacia del VPA nella profilassi del disturbo bipolare è meno definita rispetto a quella del litio. Il valproato viene proposto, anche in associazione con il litio, in pazienti che rispondono parzialmente o non rispondono al litio.
Il VPA è stato proposto nel trattamento dell’astinenza di alcol e benzodiazepine e del disturbo di panico.

MODALITA’ DI TRATTAMENTO: Prima di iniziare un trattamento con VPA effettuare un’anamnesi medica con attenzione particolare alle malattie epatiche, ematologiche, un emocromo con formula, test della funzionalità epatica.
Questi esami andrebbero ripetuti ogni mese per i primi tre mesi e successivamente ogni 4 – 6 mesi.
La dose iniziale per un paziente in trattamento ambulatoriale (eutimico o ipomania) è 200 – 300 mg/die da aumentare a 200 – 500 mg ogni 2 - 7 giorni fino a raggiungere le concentrazioni sieriche comprese tra 4 e 120 microgrammi/ml.

EFFETTI COLLATERALI

Tremori, sedazione; aumento delle transaminasi; piastrinopenia; aumento di peso; nausea, vomito, diarrea. Fortunatamente è improbabile che questi effetti collaterali siano pericolosi dal punto di vista medico. Essi riflettono la risposta iniziale al valproato da parte dell’organismo e spesso tendono a diminuire o a scomparire nell’arco di poche settimane. E’ importante informare
6il medico degli effetti collaterali. La maggior parte di essi non necessita di essere riferita prima del nuovo appuntamento ambulatoriale, tuttavia se qualsiasi effetto collaterale diventa particolarmente fastidioso, o è fonte di preoccupazione o addirittura interferisce con le attività quotidiane allora non
si deve esitare a contattare il medico immediatamente.
E’ importante essere cauti nell’uso di macchinari o nella guida di autoveicoli fino a quando non risulti chiaro il livello di compromissione individuale del funzionamento psicomotorio da parte del valproato. Sensazioni di testa pesante, sonnolenza o sensazioni di capogiro possono comparire all’inizio della terapia con valproato.
Assumere il valproato ai pasti può minimizzare i disturbi gastrici e gli altri effetti collaterali correlati.


STABILIZZATORI DI SECONDA GENERAZIONE

La lamotrigina (LAM) è un antiepilettico sintetizzato nel 1991 come agente antifolato, sulla base di un ipotesi rivelatasi inesatta dell’efficacia antiepilettica del folato. Studi recenti ne hanno evidenziato l’efficacia nel trattamento degli episodi depressivi, nelle forme atipiche e nel mantenimento del disturbo bipolare. Sembra possedere un’attività antidepressiva intrinseca. Questa caratteristica è stata evidenziata in studi su pazienti con disturbo bipolare I e II, con disturbo bipolare e schizoaffettivo. La LAM è stata proposta nel trattamento del DOC,in associazione agli
antidepressivi SSRI, con azione di potenziamento. Non sono richiesti esami particolari prima della sua assunzione,ma è consigliabile effettuare un emocromo con formula e un test di gravidanza se indicato. 
Gli effetti collaterali più comuni sono nausea, tremore, sonnolenza, astenia, cefalea, vertigini. Tali reazioni sono dose-dipendenti e comportano riduzione del dosaggio e attesa della tolleranza.

La gabapentina (GBP) è un antiepilettico usato anche nel dolore cronico e nell’emicrania. Lutilizzo della GBP nella mania acuta o nella depressione bipolare è discutibile,mentre il suo utilizzo come terapia aggiuntiva in pazienti con disturbo bipolare e sintomatologia ansiosa e/o diturbi d’ansia o co residua sintomatologia nsioso depressiva è suggerita nella prassi clinica. Il farmaco no richiede un monitoraggio ematico e non presenta interazioni farmacologiche importanti. Non sono richiesti esami particolari di laboratorio, ma è consigliabile effettuare un emocromo con formula e test della funzionalità renale prima del trattamento. 
Il farmaco è generalmente ben tollerato, gli effetti collaterali più frequenti comprendono sonnolenza, vertigini, atassia,tremore,iplopia, ma sono moderati e transitori.

Il topiramato (TPM) è utilizzato nell’adulto come adulto come terapia aggiuntiva dell’epilessia parziale refrattaria e nell’epilessia secondaria generalizzata con o senza generalizzazione secondaria. Non vi sono prove di efficacia nella profilassi, mentre i dati sull’efficacia nel trattamento dell’episodio acuto, maniacale o depressivo, non sono conclusivi.

L’oxcarbazepina (OXCBZ) , disponibile in Europa fin dal 1980, ha un profilo antiepilettico simile alla CBZ. Hemrich ha per primo segnalato nell 1984 un’efficacia antimaniacale, simile a quella del valproato; non vi sono studi di confronto diretto con CBZ. 
Il profilo di effetti collaterali è simile a quello della CBZ ma la loro frequenza e gravità sembrano minori. I più comuni sono sonnolenza,nausea, cefalea, vertigini.

Trattamento della mania acuta e della depressione nel disturbo bipolare

Premettiamo che in caso di mancata efficacia di uno stabilizzatore è indicata l’associazione di due stabilizzatori o di uno stabilizzatore e di un antipsicotico.
Va tenuta presente la possibilità di utilizzare alcuni antipsicotici atipici da soli o in aggiunta ad uno stabilizzatore tradizionale.
In particolare l’olanzapina e la quetiapina hanno ricevuto l’approvazione per l’utilizzo nel trattamento della mania e nelle ricadute del disturbo bipolare
Le diverse linee guida (es. NICE, Canadian Network for Mood and Anxiety Disorder Treatment, CANMAT, 2005 e aggiornamento 2009) danno diverse indicazioni; riportiamo alcuni spunti che riteniamo di poter condividere, anche tenendo conto della nostra pratica clinica quotidiana.

Mania acuta
• Prima scelta : litio, valproato (secondo acuni studi controllati il miglioramento dei sintomi maniacali è risultato più rapido rispetto al litio. Alcuni studi indicano una sua maggiore efficacia rispetto al litio soprattutto nella mania disforia o mista), olanzapina, risperidone, quetiapina, quetiapina RP, aripiprazolo, ziprasidone. Associazioni : litio o valproato + risperidone, litio o valproato, +olanzapina o + quetiapina;
• Seconda scelta : carbamezepina, litio + valproato;
• Terza scelta : aloperidolo, clorpromazina, litio o valproato + aloperidolo, carbamazepina, clozapina; non sono raccomandati: monoterapia con gabapentina, topiramato, lamotrigina.
N.B. La scelta dell’antipsicotico da utilizzare va effettuata sempre tenendo conto del profilo degli effetti collaterali e del rapporto rischi benefici, valutando la situazione fisica del singolo paziente e considerando anche a quale molecola abbia risposto qualora abbia già fatto uso di antipsicotici.
I neurolettici di prima generazione nelle linee guida internazionali non vengono messi al primo posto, ciò non toglie che nella pratica clinica possano essere utilizzati anche come prima scelta, dopo avere effettuato gli esami previsti (ecg; elettroliti ematici…).
Tali considerazioni valgono anche per i paragrafi seguenti.

Depressione nel Disturbo Bipolare
• Prima scelta : litio, lamotrigina, quetiapina, quetiapina RP, litio o valproato + SSRI, olanzapina + SSRI, litio + valproato.
• Gli antidepressivi dovrebbero essere utilizzati con cautela (non ai dosaggi massimi e per non più di sei mesi), per il rischio di indurre viraggi maniacali o un’evoluzione verso la rapida ciclicità. Comunque , in generale, vanno utilizzati con molta cautela e mai da soli, sempre in associazione con gli stabilizzatori e/o gli antipsicotici. Secondo alcuni studi il viraggio avverrebbe
più facilmente con i triciclici o con venlafaxina, mentre bupropione o SSRI non darebbero viraggio più frequente rispetto al placebo ,ma neppure un’efficacia superiore al placebo.
Ricordiamo che
o :Le evidenze sull’efficacia del valproato (VPA) nel trattamento dell’episodio
depressivo sono più limitate
o Nella depressione unipolare l’efficacia del litio è meno documentata: questo viene utilizzato soprattutto nelle depressioni resistenti come terapia di potenziamento agli antidepressivi.
• Seconda scelta : quetiapina + SSRI, valproato, litio o valproato + lamotrigina
• Terza scelta : carbamazepina, olanzapina, litio + carbamazepina, litio o valproato è
venlafaxina, litio o valproato o antipsicotico + Triciclico; litio o valproato o carbamazepina + SSRI, + lamotrigina.
• Non raccomandati: gabapentina in monoterapia, aripiprazolo in monoterapia.

Profilassi del disturbo bipolare
• Prima scelta : litio (l’attività terapeutica più importante e meglio documentata del litio è la profilassi delle recidive nei pazienti con disturbi bipolari ), lamotrigina ( soprattutto nella prevenzione della mania); valproato , anche se l’efficacia del VPA nella profilassi del disturbo bipolare è meno definita rispetto a quella del litio. Il valproato viene proposto, anche in associazione con il litio, in pazienti che rispondono parzialmente o non rispondono al litio; olanzapina, quetiapina,. Litio o valproato + quetiapina, risperidone LA; aripiprazolo (soprattutto nella prevenzione della mania);
• Seconda scelta : carbamazepina (il principale impiego clinico della carbamazepina è in associazione soprattutto con il litio, nella profilassi dei disturbi bipolari) ; litio + valproato, litio + carbamazepina, litio o valproato+ olanzapina, litio + risperidone, litio + lamotrigina; olanzapina + fluoxetina;
• Terza scelta : associazione con clozapina, con topiramato, con oxcarbazepina, con gabapentina;
• non raccomandati: monoterapia con gabapentina, topiramato o antidepressivi.

BIBLIOGRAFIA
-The Maudsley Prescribing Guidelines, 10 th edition, 2009. (David Taylor, Carol Paton, Shitij Kapur)
- Canadian Network for Mood and Anxiety Disorder Treatment, CANMAT, 2005)
Aggiornamento delle line guida CANMAT per il trattamento del disturbo Bipolare prodotto in collaborazione al Canadian Network for Mood and Anxiety Treatments (CANMAT) e dalla International Society for Bipolar Disorders
(ISBD) : agg. 2009.
-American Psychiatric Association, Practice guidelines for the treatment of patients with bipolar disordes (revision). The American J of Psychiatry, 2002: 159(4) :1 – 50.
-AA.VV. Consensus Conference della Società Italiana di Psicopatologia. Linee guida per il trattamento dei disturbi

SUPPORTI TERAPEUTICI NELLA TERAPIA DEL DISTURBO BIPOLARE

Curare il disturbo bipolare solo farmacologicamente non è sufficiente
La terapia farmacologica del disturbo bipolare si è rivelata più efficace se supportata da altre forme di supporto terapeutico come la psicoterapia, le strategie di coping e di auto-aiuto, stabilizzatori dell'umore naturali, e le scelte di stile di vita sane.

PsicoTerapia. La ricerca ha dimostrato che le persone che assumono farmaci per il disturbo bipolare tendono a recuperare molto più velocemente e controllano meglio il proprio umore se supportati da una psicoterapia. La PsicoTerapia può offrire gli strumenti per affrontare le difficoltà della vita, monitorare i propri progressi, e affrontare le problematiche che il disturbo bipolare causa nella vita personale e professionale.

Esercizio Fisico. Effettuare un regolare esercizio fisico può ridurre i sintomi del disturbo bipolare e aiutare a stabilizzare gli sbalzi d'umore. L'esercizio fisico è anche un modo sicuro ed efficace per scaricare l'energia accumulata nelle fasi maniacali del disturbo bipolare.

Sonno stabile . Gli studi hanno  che il sonno insufficiente può scatenare episodi maniacali in pazienti bipolari. Per mantenere i sintomi e gli sbalzi di umore al minimo è necessario mantenere un programma di sonno stabile. E ' anche importante al fine di regolare il bioritmo circadiano notte-giorno, orologio biologico sensibile e spesso sfasato nelle persone con disturbo bipolare.

Dieta sana. Recenti ricerche hanno scoperto che gli acidi grassi omega-3 possono ridurre i sintomi del disturbo bipolare, sopratutto quelli depressivi. L'aumento di peso è un effetto collaterale comune legato all'assunzione di molti farmaci per questo tipo di disturbo, quindi è importante adottare sane abitudini alimentari per controllare il peso. Evitare la caffeina, l'alcol e le droghe in quanto possono interagire negativamente con i farmaci bipolari.

Rete di sostegno sociale. Convivere con il disturbo bipolare è difficile ed impegnapuò rivelarsi estremamente utile nella gestione del disturbo. Partecipare a un gruppo di sostegno sul disturbo bipolare può dare l'opportunità di condividere le personali esperienze e imparare dagli altri. Anche il sostegno dei propri familiari aiuta tantissimo.

Una psicoterapia efficace per la cura di tale disturbo dovrebbe aiutare ad sviluppare ed integrare queste varie altre forme di supporto terapeutico. 

Dott. Roberto Cavaliere

PSICOTERAPIA INTERPERSONALE E DEI RITMI SOCIALI: LINEA GUIDA

Affrontando i problemi interpersonali e le transizioni di ruolo sociale, l’IPSRT tende di ridurre il numero e la gravità dei fattori di stress interpersonale che i pazienti esperiscono e l’impatto di tali fattori di stress sia sull’umore dei pazienti sia, indirettamente sulla regolarità delle loro routine sociali. Infine, l’IPSRT pone accurata attenzione alla regolarità della routine quotidiana dei pazienti (sia il calendario degli eventi, sia la quantità di stimoli che producono) con l’obiettivo di aumentare direttamente la regolarità delle abitudini dei pazienti e la loro vigilanza sul mantenimento di tale regolarità.


Consideriamo la riduzione dello stress interpersonale in questa popolazione di pazienti importante per diverse regioni. In primo luogo, eventi di vita stressanti possono avere un effetto diretto sull’integrità dei ritmi circadiani attraverso una maggiore attivazione del sistema autonomo, con conseguente riduzione del sonno e dell’appetito. In secondo luogo, molti eventi di vita stressanti conducono a cambiamenti marcati dalla routine quotidiana. Anche un piccolo eventi, come un bambino che passa dalle scuole elementari alle medie e che ha bisogno di essere alla fermata dell’autobus un’ora prima, può risultare molto impegnativo per il sistema circadiano di una persona con disturbo bipolare. In terzo luogo, gli eventi davvero stressanti, come la perdita del posto di lavoro o il divorzio, non solo portano a cambiamenti marcati nella routine sociale, ma hanno anche, in genere, un effetto negativo diretto sull’umore, lasciando il paziente vulnerabile a un nuovo episodio di depressione.

Tratto da "Curare il disturbo bipolare" di Ellen Frank. Alpes editore

GLI OMEGA TRE UTILI PER LE FASI DEPRESSIVE

Gli Omega-3 si sono rivelati utili come supporto nella terapia della depressione associata al disturbo bipolare.
Lo rivela un'approfondita analisi statistica dei dati presenti nella letteratura scientifica condotta dagli esperti del dipartimento di psichiatria dell'Università di Melbourne (Australia), che hanno pubblicato i risultati ottenuti sul Journal of Clinical Psychiatry.
Infatti diversi studi hanno dimostrato l'efficacia degli acidi grassi Omega-3 nella prevenzione, nel controllo e nella cura di alcuni disturbi psichiatrici. Tra questi:
  • ·         comportamenti aggressivi associati allo stress
  • ·         depressione post partum
  • ·         semplici alterazioni dell'umore
  • ·         demenza
  • ·         schizofrenia
  • ·         depressione
  • ·         disturbo bipolare

Gli studi condotti fino ad oggi hanno dimostrato l'esistenza di una stretta correlazione tra i disturbi depressivi e i bassi livelli di Omega-3: tanto più le riserve di questi nutrienti sono scarse, tanto più sono gravi i sintomi della depressione.
Seguire un regime alimentare ricco di questi acidi grassi riduce la tendenza a sviluppare disturbi associati a questa patologia: tristezza, mancanza di energie, stati ansiosi, insonnia e tendenza al suicidio.
In particolare diverse ricerche hanno valutato l'utilità dell'uso degli Omega-3 in aggiunta alle terapie farmacologiche tradizionali per la cura del disturbo bipolare.
I risultati ottenuti hanno evidenziato che questi nutrienti portano alla stabilizzazione dei sintomi della malattia.
Prima della pubblicazione dello studio dei ricercatori dell'Università di Melbourne, nessuna ricerca aveva valutato l'insieme dei dati fino ad oggi raccolti. Questa nuova analisi ha, invece, incluso tutti gli studi presenti nella letteratura scientifica di durata pari o superiore alle 4 settimane e condotti su più di 10 pazienti.In tutti questi studi gli Omega-3 sono stati utilizzati per trattare soggetti cui era stata diagnosticata una depressione o una fase maniacale associate al disturbo bipolare.
Accurate analisi statistiche hanno permesso di dimostrare che gli Omega-3 hanno un effetto significativo sui sintomi della fase di depressione del disturbo bipolare.
Non è emerso, invece, un ulteriore beneficio dell'aggiunta di questi acidi grassi alla terapia contro la fase maniacale.
I risultati ottenuti dai ricercatori australiani confermano la validità di un approccio terapeutico basato sulla combinazione dei farmaci tradizionali con l'assunzione di acidi grassi Omega-3 per curare la depressione che caratterizza la sindrome bipolare.
Gli stessi dati suggeriscono che l'uso di questi nutrienti non sia necessario per controllare le fasi maniacali del disturbo.
Gli omega tre si trovano nel pesce, nei crostacei, nel tofu, nelle mandorle e nelle noci, come anche in alcuni olii vegetali come l’olio di semi di lino, l’olio di nocciole e l’olio di colza.
Si raccomanda di consumare pesce ricco di acidi grassi Omega-3 due volte la settimana per ottenere vantaggi apprezzabili per la salute. Anche se non tutti i pesci hanno un alto contenuto di Omega-3, essi possono comunque fornire rilevanti quantità di questi acidi grassi se consumati regolarmente.
 E’ possibile assumere omega tre attraverso integratori in commercio. Ma molti di questi integratori sono scadenti e con quantità di omega tre insufficienti. Per fortuna esistono dei prodotti di altissima qualità, degli integratori di olio di pesce che contengono una percentuale molto elevata di omega-3 (superiore al 60%) e che sottopongono ogni lotto di produzione all’analisi di un istituto indipendente, riconosciuto a livello mondiale dai principali produttori di omega tre.

Questo istituto si chiama IFOS -International Fish Oil Standards con sede presso la University of Guelph in Canada- e sul loro sito http://www.ifosprogram.com/Consumer-Reports.aspx  è possibile trovare l’elenco aggiornato delle ditte e le relative analisi dei prodotti.

Dott. Roberto Cavaliere


 Fonte 

1. Sarris J, Mischoulon D, Schweitzer I, “Omega-3 for bipolar disorder: meta-analyses of use in mania and bipolar depression”, J Clin Psychiatry. 2011 Aug 9

PER APPROFONDIMENTI SCIENTIFICI VISIONARE IL SEGUENTE LINK http://www.jpsychopathol.net/issues/2007/vol13-2/Manna.pdf