giovedì 29 agosto 2013

COINVOLGERE I FAMILIARI NELLA PSICOTERAPIA DEL DISTURBO BIPOLARE

Un intervento molto utile nel trattamento di quasi tutti i pazienti con disturbo bipolare è il coinvolgimento dei familiari. Nel contesto dell’IPRST (Psicoterapia Interpersonale e dei Ritmi Sociali ndr), questo coinvolgimento può essere limitato alla semplice educazione del familiare al disturbo bipolare,offrendo un supporto non specifico con la vostra comprensione delle difficoltà e delle sfide che incontra chi si prende cura di una persona in questa condizione. Oppure, il coinvolgimento della famiglia può essere qualcosa di molto più specifico e relativa alla specifica area problematica prescelta per l’intervento interpersonale. Nella nostra esperienza, l’educazione dei familiari che sanno poco del disturbo bipolare quando la persona entra per la prima volta in trattamento,  deve concentrarsi su un certo numero di aree specifiche. In primo luogo, è importante spiegare ai familiari in che cosa consiste una depressione maggiore, un episodio maniacale e come si arriva alla diagnosi del disturbo bipolare. In secondo luogo, è essenziale che i familiari e le altre persone importanti, arrivino a capire che nessuno “sceglie” di essere depresso e che i sintomi depressivi non sono un tentativo di manipolare un familiare, di fuggire o di sottrarsi alle responsabilità. D’altra parte, i pazienti bipolari talvolta “scelgono” di essere ipomaniacali. Questo è facilmente comprensibile se si considera il piacere associato alla stato ipomaniacale, in contrasto con la sofferenza della depressione. È importante, comunque, per i familiari capire che  la compromissione della facoltà di giudizio è una caratteristica essenziale della mania e, in alcuni casi, e dell’ipomania e può impedire ai pazienti che il loro umore o il loro comportamento sono fuori controllo. I familiari a volte possono svolgere un ruolo molto importante nell’aiutare un paziente con una visione limitata a vedere cosa sta succedendo. Naturalmente, gli sforzi dei familiari a intervenire se l’umore del paziente si sta aggravando possono anche causare alcuni dei conflitti più gravi osservati in famiglie di individui con disturbo bipolare di tipo I. Tuttavia, proprio come un parente amorevole avrebbe tentato di aiutare qualcuno che si era rotto una gamba nello svolgere faccende domestiche che richiedono movimento, il parente amorevole ha la stessa responsabilità di tentare di aiutare che è temporaneamente  paralizzato dalla mancanza di discernimento. Il problema, naturalmente, è che il paziente che si è rotto una gamba probabilmente sarà molto grato di questa assistenza, mentre il paziente ipomaniacale non lo è.

Il coinvolgimento può essere anche una parte più diretta degli interventi interpersonali  in cui vi impegnate con il paziente. In particolare è cosi quando è stata scelta l’area problematica del conflitto di ruolo.  In effetti, quando il focus del trattamento è un conflitto interpersonale di ruolo, spesso è estremamente utile coinvolgere l’altra parte in causa in una o più sedute del trattamento. Questo coinvolgimento di familiari , o altre persone significative, può semplicemente svolgersi per cercare di capire il conflitto dal punto di vista dell’altra parte e, quindi, essere solo una raccolta di informazioni cosi come sono. Oppure, questo coinvolgimento può comprendere qualcosa di più, come un breve intervento di terapia di coppia o di famiglia, in cui si tenta di analizzare la comunicazione fra le parti e si suggeriscono strategie per risolvere il conflitto che entrambe le parti in causa potrebbero utilizzare nelle loro interazioni al di fuori della terapia.
Tratto da "Curare il disturbo bipolare" di Ellen Frank - Alpes Editore

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